La torre sembra svettare sul punto più elevato della collina; in realtà possiede due piani ipogei, raggiungibili con specifici percorsi. Essa si carica di un valore simbolico, che trascende la mera funzione di ludico belvedere, per diventare percorso ascensionale iniziatico. I tre piani sopraelevati erano originariamente dipinti in nero, azzurro e giallo, colori corrispondenti con ogni probabilità ai tre gradi gerarchici dell’iniziazione massonica.
L’edificio presenta all’esterno una commistione di stili romanico-gotici, fusi armonicamente in un elegante eclettismo. Il primo piano sopraelevato presenta ancora i resti di una finta libreria in stucco e legno, in cui si può cogliere forse l’intenzione dell’architetto di creare una specie di antro dell’alchimista. Mano a mano che si sale nei piani, quasi a sottolineare il passaggio dal buio verso la luce della conoscenza, il numero delle finestre aumenta sino a raggiungere le quattordici aperture del terzo piano da cui si gode una vista a 360 gradi sulla città.